La ricerca di Janssen Oncology ha reso, rende e renderà presto disponibili cure innovative e avanzate per il tumore della prostata e del polmone, per la leucemia linfatica cronica, il mieloma multiplo, tumori ematologici rari come l’amiloidosi da cat
La ricerca di Janssen Oncology ha reso, rende e renderà presto disponibili cure innovative e avanzate per il tumore della prostata e del polmone, per la leucemia linfatica cronica, il mieloma multiplo, tumori ematologici rari come l’amiloidosi da catene leggere o la macroglobulinemia di Waldenström
Rimborsabilità in Italia ottenuta per daratumumab, capostipite dei farmaci biologici anti CD38, nella formulazione sottocutanea per il mieloma multiplo e per apalutamide nel carcinoma prostatico metastatico sensibile agli ormoni; autorizzazione all’immissione in commercio in Unione Europea della terapia Car-T ciltacabtagene autoleucel (cilta-cel) nel mieloma multiplo recidivato o refrattario; di amivantamab, primo trattamento per il tumore al polmone non a piccole cellule EGFR-mutato con inserzione dell’esone 20; e di daratumumab sottocute, nuova speranza per la cura dell’amiloidosi da catene leggere, un tumore del sangue estremamente raro. Sono questi i significativi risultati ottenuti negli ultimi 12 mesi da Janssen Oncology, divisione specializzata nell’oncologia solida e nell’ematologia dell’azienda farmaceutica del Gruppo Johnson & Johnson, la cui rilevanza è in continua e rapida crescita, come dimostra il fatto che già oggi contribuisce per il 50 per cento agli introiti a livello mondiale di Janssen.
Risultati che nascono su basi più che solide: «Negli ultimi trent’anni Janssen ha contribuito in maniera significativa al miglioramento delle terapie, della qualità e delle aspettative di vita dei pazienti oncologici con farmaci quali ad esempio bortezomib e abiraterone acetato, che hanno permesso approcci totalmente nuovi nel trattamento del mieloma multiplo e del cancro alla prostata rispettivamente, al punto da essere stati inseriti nella lista dei farmaci essenziali per l’umanità da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, o come ibrutinib, il primo inibitore della tirosin chinasi di Bruton (BTK) a somministrazione orale per la leucemia linfatica cronica, il linfoma mantellare e la macroglobulinemia di Waldenström», chiarisce Danilo Arienti, Therapeutic Area Hematology Medical Manager di Janssen Italia.
Janssen Oncology dispone, inoltre, di un’ampia pipeline di prodotti promettenti nell’ambito della medicina personalizzata o di precisione: sono in fase avanzata di sviluppo talquetamab e teclistamab, anticorpi bispecifici per il trattamento del mieloma multiplo recidivato o refrattario. Questa categoria di anticorpi monoclonali permette il riconoscimento e il legame con due diversi tipi di antigene, consentendo da un lato di riconoscere recettori espressi sulle cellule tumorali – nel caso specifico talquetamab si lega all’antigene GPRC5D (G-protein coupled receptor family C group 5 member D) e teclistamab a quello per la maturazione delle cellule B (BCMA) – dall’altro di riconoscere il recettore CD3 sui linfociti T provocandone l’attivazione e la conseguente citotossicità sulle cellule tumorali bersaglio.
Di interesse, in proposito, i dati dello studio majesTEC-1 su teclistamab appena divulgati al congresso 2022 dell’American Society of Clinical Oncology, che suggeriscono risposte profonde continue e durature nel trattamento di pazienti con mieloma multiplo recidivato o refrattario. Al congresso della European Hematology Association, invece, sono stati resi noti dati relativi a talquetamab in monoterapia (Studio monumenTAL-1 di fase 1), che mostrano incoraggianti risultati in pazienti sempre con mieloma multiplo recidivato o refrattario pluritrattati, e a un secondo studio – TriMM-2 di fase 1b – in cui vengono valutate le associazioni di daratumumab con teclistamab o talquetamab.
Altri farmaci oggetto di sperimentazione clinica da parte di Janssen Oncology sono: erdafitinib, la prima target therapy per il tumore della vescica, approvata ad aprile 2019 dall’agenzia del farmaco americana, FDA, secondo procedura accelerata; niraparib, inibitore di PARP (poli-ADP-ribosio-polimerasi) per il carcinoma prostatico, lazertinib in valutazione in combinazione con amivantamab per il tumore al polmone non a piccole cellule EGFR-mutato e cusatuzumab per la leucemia mieloide acuta.
Ma l’impegno di Janssen Italia non si limita all’individuazione e allo sviluppo di soluzioni terapeutiche che rispondano ai bisogni clinici ancora insoddisfatti o rappresentino nuove opzioni per patologie in cui i trattamenti attualmente disponibili sono limitati. «In linea con i valori del nostro Credo, Janssen è da sempre a fianco ai pazienti in modo molto concreto e quotidiano, con iniziative e servizi che contribuiscano a migliorare la loro qualità di vita. Ne sono un esempio i siti web dedicati www.oncovoice.it per fornire informazioni a caregiver e pazienti sul tumore prostatico e www.lmcome.it per i tumori ematologici», aggiunge Arienti.
Sono ancora molti gli obiettivi che l’azienda vuole raggiungere in futuro: «Nonostante l'incredibile lavoro della comunità medico-scientifica in queste ultime decadi, i tumori restano ancora una delle principali cause di morte prematura. Noi di Janssen siamo fermamente convinti che questa sia una sfida che possiamo affrontare e superare continuando ad impegnarci nella ricerca e al contempo dialogando e collaborando con tutti gli attori chiave del sistema salute come i medici, i pazienti, i caregiver e le istituzioni, con l’obiettivo finale di rendere il cancro una condizione sempre più gestibile, persino curabile», conclude Alessandro Borriello, Oncology-Hematology Business Unit Director.
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